giovedì 20 maggio 2010

Braccioli, Salvagente e Tubi; cosa porto al mare?



La sicurezza non è mai abbastanza.
Anche nel corso di acquaticità la sicurezza dovrebbe essere il principio intorno al quale dovrebbe ruotare tutta l'attività. In alcuni casi, però, l'eccesso di sicurezza può diventare un limite allo sviluppo dell'iniziativa dell'individuo. Nella sicurezza, intesa come l'insieme delle precauzioni prese per evitare incidenti, ci deve essere un margine di manovra libero che consenta al bambino di esprimersi anche sbagliando.

La situazione marittima è il setting ideale per l'acquaticità; fondale graduale, acqua calda e tanta libertà di movimento. In certe situazioni anche questo momento di tranquillità può trasformarsi in ansia e preoccupazione eccessiva. Il salvagente, il bracciolo e la mano del papà o del nonno rassicurano l'adulto e rendono impacciato e insicuro il bambino. Il figliolo che è vincolato dai supporti galleggianti non riesce a muoversi. La sua capacità di esplorazione (fattore cruciale per lo sviluppo psicomotorio del bambino Vigotskji, Piaget, Bruner) è annullata, e come un carrello viene trascinato… difficile dire quali siano le conseguenze di questo comportamento, dal momento che ogni individuo ha una capacità di reazione agli stimoli del tutto personale. Ciò che possiamo affermare con certezza è che il rispetto del bambino passa dalla nostra capacità di metterlo nelle condizioni di provare (accomodamento e assimilazione dell'esperienza, Piaget), e non tanto dal dire ciò che dovrebbe o non dovrebbe fare.

Come comportarsi al mare o in situazioni diverse dal corso di acquaticità? Quali strumenti adoperare in condizioni di precaria sicurezza? Ecco alcune considerazioni:

il bracciolo: è un supporto di sicurezza, così come specificato nelle indicazioni per l'uso. Quindi deve essere usato in tutte quelle circostanze in cui non si è in grado do controllare la maggior parte delle variabili ambientali. Una volta indossato il bambino di tre anni difficilmente riuscira a toglierlo (qualcuno forse sì). Se il bambino riesce a stare in equilibrio stabile con i braccioli non è necessario tenergli la mano, a meno che non lo si voglia accompagnare per un certo tratto più velocemente… il bracciolo vincola l'articolazione della spalla e in alcuni casi anche quella del gomito. I movimenti del braccio risultano così limitati e il bambino è costantemente sollevato al di sopra dell'acqua. Per questo motivo non si può considerare un supporto didattico. Se usato in maniera sistematica, ancora prima di entrare in acqua crea un condizionamento riflesso; indica nel bambino che l'acqua è pericolosa ancora prima di esserci entrato. Il fatto è evidente in tutti in quei bambini che dopo le vacanze estive, rientrando in piscina fanno resistenza all'ingresso in acqua fino a quando non indossano i braccioli.

Il tubo galleggiante: è un supporto didattico, finalizzato cioè all'acquisizione di una capacità. Nel caso dell'acquaticità il tubo ci serve per tenere l'acqua vicino alla bocca, usare le braccia e le gambe in modo efficace e quando non serve più si toglie facilmente per provare ad andare senza. In questo caso l'elemento di sicurezza è l'accompagnatore che non deve mai distrarsi. Nella gestione del tubo la figura dell'accompagnatore è cruciale, infatti, è lui o lei l'elemento di fiducia. Dovrà evitare di tenere costantemente il bambino, ma dovrà essere alla portata di un braccio nel caso fosse necessario rapidamente il suo intervento. Il tubo può essere chiuso a forma di salvagente con appositi connettori, e assumere così una forma più famigliare.

Salvagente: non è un supporto di sicurezza perché in qualsiasi momento il bambino potrebbe scivolare sotto l'acqua. E non è un supporto didattico perché l'appoggio sotto le braccia spesso è troppo alto. Da evitare assolutamente quelli con la mutanda interna che vincola il bambino, che se si ribaltasse rimarrebbe con il capo in sott'acqua. Non necessario.

Ogni altro supporto galleggiante deve rientrare nelle due funzioni; sicurezza o didattica. Percui valgono le indicazioni sopra fornite. Una regola essenziale in entrambi i casi è di non creare dipendenza al supporto galleggiante, la migliore sicurezza è la nostra capacità di autonomia di movimento in acqua e un grande senso di responsabilità.

Dott. Marco Sallemi.

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